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Numero di uscita: 42 | mercoledì 9 gennaio 2013

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 Intervista

Svelato il mistero del sesto Diverba

... ma altri ne restano
a cura di Lorena e Claudia Ramonda
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MAG 31 2008

È una sera uggiosa e piovosa (vi sfido ad indovinare il giorno!) quando incontriamo i Diverba nella loro sala prova battezzata "Officine Diverba". Da mesi imperversano su MySpace messaggi carichi di mistero e mezze anticipazioni sui cambiamenti avvenuti nel gruppo. Noi abbiamo cercato di scoprirli per voi e anche se, forse, non saremo esaurienti, di certo ora conosciamo meglio una cosa: chi sono i Diverba.

Che cos'è successo a Music Village? Come ha cambiato il modo di guardare alla vostra musica dal vostro punto di vista?
DANIELE: Dunque, innanzitutto è stata la preparazione al Music Village, quello che c'è stato prima. Sapevamo che stavamo per partecipare ad un "seminario", un incontro di tanti gruppi e volevamo in qualche modo arrivare cercando di esprimere nel pochissimo tempo che avevamo a nostra disposizione quello che effettivamente eravamo. Quindi, la preparazione è stata fondamentalmente l'uscita di "Mente" che è stato proprio pensato per il Music Village. Una delle cose da segnalare è quindi stato il CD e la produzione di materiale da portare là. Un'altra cosa, sicuramente, è il confronto sia con gruppi del nostro livello, quindi tutti emergenti, che ci ha dato tanto grazie alla condivisione di esperienze, e sia con produttori e discografici, ovvero il confronto con il mondo proprio della musica commerciale. A tutto questo si è aggiunto poi il confronto tra di noi, cioè una settimana comunque passata a vivere insieme e parlare parlare parlare. Questo ha dato sicuramente una spinta diversa.

Come si svolge, peraltro, questo evento, se così vogliamo chiamarlo, del Music Village?
ELIA: Fanno una selezione sui demo ricevuti. I gruppi scelti poi si esibiscono live per circa un quarto d'ora davanti ad una giuria che emette un giudizio personale per ognuno. Parallelamente c'è, appunto, la possibilità di confrontarsi con questi operatori nel mondo della musica ad alcuni dei quali abbiamo fatto ascoltare il nostro demo sulla base del quale ci hanno dato alcuni consigli ed espresso delle critiche. Inoltre, ad ogni gruppo che lo volesse era assegnato un tutor tra questi discografici e a noi hanno assegnato una ragazza che lavora alla Warner e anche lei ci ha dato una serie di dritte che sono diventate, insieme al resto, il nostro argomento di discussione.
SIMONE: Sì, siamo entrati in una sorta di calderone all'interno del quale mettere queste cose su cui stavamo ragionando. Tutto quello che ci arrivava dall'esterno era un modo per approfondire critiche positive o negative verso di noi, tra di noi e per quello che volevamo fare.

Il confronto con i Verdena vi ha forse pesato troppo tanto da aver spinto questo cambiamento verso una ricerca più personale nell'esprimere la vostra musica?
FEDERICO: Mah, diciamo che... sì, ci hanno mosso un sacco di critiche nei primi pezzi perché, cioè, è innegabile. Io riascoltandoli adesso che ho un occhio più critico, e avendo passato la fase, mi rendo conto che i primi pezzi suonavano parecchio Verdena anche perché, bene o male, era quello che ascoltavamo un po' tutti, poi la mia voce aveva più o meno quella timbrica e diciamo che io non avevo fatto nulla ancora per personalizzarla un minimo. Sono state critiche molto costruttive, diciamo per un 80%, perché comunque alla fine io ne ho patito anche un po' siccome in realtà ci stavo già lavorando per cercare di personalizzarla. Ci siamo messi bene in gioco tutti quanti con questa cosa che poi è stata perpetuata quindi alla fine scocciava anche, però probabilmente non siam stati in grado noi di cambiare subito, ma non è facile. Soprattutto per me è stato un po' pesante perché era difficile di punto in bianco cercare di cantare con la mia voce dal momento che non sapevo nemmeno bene io come fosse e dove potesse andare a parare. Poi pian piano abbiamo iniziato un po' tutti ad aprirci...
DANIELE: Sì, io credo che più che la critica, il consiglio che ci è servito è stato quello di: "Ragazzi, dovete ascoltare musiche molto più diverse". Ed, effettivamente, è stato questo a dare il maggiore aiuto.
FEDERICO: Poi probabilmente sarebbe successo comunque, però il fatto che qualcuno ci dicesse "Non potete essere la copia di..." è servito un sacco. Adesso penso di essere abbastanza cambiato, cacchio, c'abbiamo lavorato tutti tantissimo quindi è stata positiva come critica.
ELIA: Poi quando abbiamo fatto il cambio è stato un po' un trauma perché dal giorno che abbiamo deciso di cambiare tutto abbiamo fatto un mese di prove in cui censuravamo tutto quello che usciva di troppo simile a... E quindi ci siamo trovati anche con un po' di tensione perché non si riusciva a fare niente.
FEDERICO: Sì, non veniva fuori nulla, faceva tutto schifo.
SIMONE: Sì, poi c'è stato anche l'arrivo di Elia...
FEDERICO: Sì, è vero, Elia alle tastiere ha cambiato anche un sacco il sound.

Come mai avete deciso l'entrata nel gruppo di una tastiera che prima non c'era?
DANIELE: Questa è una bellissima domanda!
FEDERICO: Io mi ricordo solo che ti ho fatto sentire (si rivolge a Daniele) un pezzo di A Perfect Circle in macchina mentre andavamo non so più dove e ci siam resi conto che poteva dare una spinta allucinante, poteva proprio un po' cambiare le cose, ma in realtà l'arrivo suo non è stato dettato dal fatto che "dobbiamo cambiare, pigliamo una tastiera". Io dividevo la stanza con lui, sapevo che suonava e che suonava anche bene e quindi poteva essere proprio carino. Così ne abbiamo parlato con lui tutti assieme, abbiam provato e...
ELIA: Anche perché sono entrato sui lavori vecchi quindi non c'era ancora la necessità di questo cambiamento, poi da quando ho iniziato a suonare con loro le critiche sono diventate sempre più pesanti e incessanti e quindi tutti insieme abbiamo fatto questa riunione della distruzione.

La ragazza che vi ha accompagnato a Suoni Emergenti in quell'atmosfera un po' surreale e molto teatrale è stato un esperimento? Rappresenta in qualche modo qualcosa che vorreste "approfondire" nei vostri live?
DANIELE: Era legato molto alla canzone che sarebbe Onirica. Ha questo parlato nell'intermezzo in cui questa voce di donna dice queste frasi che sono quelle del sogno. E quindi abbiam detto "ci piacerebbe che dal vivo ci fosse proprio lei a dirle" e abbiamo cercato di fare una cosa, coi mezzi che avevamo, un po' più teatrale.
ELIA: Sì, è stato un esperimento, una cosa nuova per tutti che però ci ha fatto venire la voglia, non ancora concretizzata per ora, di creare non soltanto uno spettacolo puramente musicale, ma contornato anche da altre cose, che potrebbero essere momenti teatrali, immagini. etc... che renderebbero lo spettacolo completo.
DANIELE: Quella sarebbe, più che altro, la voglia di collaborare, cioè di unire i linguaggi, perché secondo noi nella collaborazione non possiamo fare altro che crescere.
ELIA: In un certo senso questa cosa è già iniziata con l'arrivo di Simone perché siamo in cinque più uno che è proprio parte del gruppo.

A tal proposito, com'è avvenuto l'incontro con Simone e che ruolo ha? Non tutti possono vantare di una figura simile in un gruppo emergente che porta aiuto, ma anche idee.
SIMONE: Li ho sentiti per la prima volta dopo aver comprato il loro primo demo e l'ho ascoltato nel viaggio da Cuneo a Saint-Étienne dove ero in Erasmus e, cavolo, al tempo non seguivo la musica di Cuneo, però ho notato subito che c'era qualcosa in quel disco, tra l'altro di musicisti tutti giovanissimi, di molto interessante. Poi la cosa si è fermata lì perché nel frattempo facevo altre cose, dovevo studiare e laurearmi. Ed è da lì che è iniziata questa cosa. Poi però il vero incontro...
ELIA: ... è successo che ai tempi io mi occupavo della parte di comunicazione, avevo fatto il sito, e poi ho scoperto il mitico mondo di MySpace e ho deciso di creare anche la pagina dei Diverba. Dopo un po' che c'era questo MySpace, mi è arrivata una mail di lusinghe: "Ah, siete anche voi su MySpace! Ho consumato il vostro primo CD" e io ho detto: "Un maniaco!" ed era lui questo pazzo! Allora io gli ho proposto di fare due parole, l'ho invitato alle prove, perché eravamo curiosi di sapere chi fosse.
FEDERICO: E poi si era deciso che toccava a me chiamarlo, l'ho sentito e mi ha dato un appuntamento in tempo record.
SIMONE: Il 2 marzo 2007 ci siamo incontrati io e lui. Me lo ricordo perché proprio in quel periodo terminava un'avventura che avevo intrapreso con un altro gruppo non di Cuneo che è stata particolarmente dolorosa per me.

Bene, adesso mi spieghi cos'è che fai?
SIMONE: [ride] Il discorso è questo: quando sono arrivato non avevo intenzione di fare quello che poi è stato fatto perché appunto arrivavo da quest'altra cosa, dolorosa, e non avevo più voglia di far niente!
È iniziato questo percorso con loro, i quali mi avevano detto quando ci siamo visti io e Fede "siamo in un momento un po' così, siamo senza sala prove, non sappiamo bene cosa fare".
FEDERICO: Sì, era proprio un momento un po' così, non c'era la saletta, si provava sempre di meno, Alberto era appena andato in Erasmus quindi abbiam perso un sacco di tempo. Mancava proprio un po' un incentivo.
DANIELE: E diciamo che Simone ci ha dato una mano in questo.
FEDERICO: No, non ci ha dato una mano! Ci ha salvato il culo!
ELIA: In un periodo così, in cui eravamo un po' allo sbando, quasi lì per piantare tutto perché tanto eravamo solo noi cinque che credavamo in questa cosa, è arrivato lui... già solo il fatto che ci fosse qualcuno, uno dei pochi, che aveva apprezzato quello che avevamo fatto prima c'ha dato grinta e poi era pieno di ottimismo e di entusiasmo.
FEDERICO: Aveva talmente tanto ottimismo, entusiasmo e proposte che io subito ho detto "Guarda, cioè... noi... noi non abbiamo soldi"
SIMONE: Però, quella sera lì io mi ricordo anche di avergli detto che, nonostante l'ottimismo e le proposte, ero un po'  vuoto a causa della fine del precedente progetto e che mi sarebbe piaciuto fare qualcosa, ma col tempo. Prima ho proposto loro di conoscerci e poi avremmo valutato. Poi, dopo che loro mi avevano spiegato cosa stavano passando, ho detto: "Cacchio, non si può perdere quello che c'è", nel senso van bene le critiche, va bene i Verdena, va bene una cosa, va bene un'altra, ma chi se ne fotte?? C'era qualità, c'era qualcosa da dire.
FEDERICO: Sì, diciamo che l'arrivo di Zavo ha influito maggiormente nella svolta perché è stato lui a parlarci del Music Village, ci ha insegnato un metodo perché noi prima eravamo un po' cazzoni, si saltavano le prove, mentre con il suo arrivo abbiamo iniziato a prendere le cose più seriamente e fondamentalmente siamo diventati un altro gruppo, abbiamo stretto maggiormente i legami tra noi.
DANIELE: Una frase che rappresenta un po' quello che è stato il suo arrivo e cos'ha determinato è quella che lui stesso ci ha detto un giorno: "Voi potete essere anche il gruppo più sconosciuto sulla faccia della terra, però, quel poco che fate, lo dovete fare nel modo migliore possibile" e questo è quello che ci ha dato una spinta in più. Tra l'altro è stato carino perché al Music Village i "grandi" della musica, se così vogliamo dire, ci hanno detto la stessa cosa.
SIMONE: Per tornare alla domanda, quindi, io mi occupo sia di grafica e di immagini, ma anche di contatti con l'esterno, con altri gruppi, con gente a cui abbiamo chiesto delle critiche, fino a sentirmi parte effettiva del gruppo, cioè come il sesto componente. Questa cosa è difficile da spiegare, molti non la capiscono.
ELIA: Anche così però sembra che lui si occupi solo di grafica, immagini e video e noi solo della parte strumentale. La cosa che forse è difficile da capire, che è diverso, è che quello che noi facciamo come musica influenza il suo lavoro e il suo lavoro influenza noi e poi anche questa cosa delle collaborazioni è lui che ci ha fatto capire il concetto e portato su quella via e noi abbiamo cambiato il suo modo di pensare su altre cose. È proprio già questa una collaborazione, non è soltanto noi suoniamo e lui ci fa il resto.
Ultimamente, secondo me, sta diventando parte della musica, nel senso che siamo noi che suoniamo fisicamente, però ad esempio ci fa alcune critiche, alcuni "sì, funziona, però magari..." e quindi noi vediamo anche il pezzo dall'esterno ed effettivamente abbiamo poi cambiato anche cose che lui ci ha fatto notare. Il nocciolo della questione è che, ognuno col suo ruolo, pensiamo la musica tutti assieme, però magari non viene capito perché detto in parole povere sembra che lui tenga tutti i contatti e ci faccia le copertine dei cd e noi suoniamo, invece no, tutte le scelte vengono fatte da tutti e sei.

Quindi, siete fortunati ad avere una persona interna, ma esterna che vi può dare...?
TUTTI: Assolutamente sì!
ELIA: Come lui è fortunato anche!
SIMONE: Io sono fortunatissimo, sono orgoglioso di questa cosa qua. Ognuno di loro mi ha insegnato tante cose e nel frattempo siamo diventati molto molto amici.

"Mente" è uscito in free download dal silenzio e non è stato forse nemmeno troppo supportato da date live, mi è parso. Potrebbe essere considerato perciò come una fase di passaggio tra il primo disco e il terzo che uscirà?
DANIELE: Sì, "Mente" è un riassunto di due anni di lavori, diciamo. Ci sono due sessioni di registrazione diverse fatte una nel 2006 e l'altra nel 2007. Questa è la prova di quanto eravamo veramente scostanti: all'inizio del 2006, abbiamo fatto le registrazioni di tre pezzi "Onirica", "Sanguisughe" e "Medio nero" che sono quelle che abbiamo fatto a Suoni Emergenti 2006, ma non è mai uscito un demo con queste canzoni. Stesso discorso per quanto riguarda gli altri 4 pezzi "L’ultimo cliente", "Solo nella mia testa", "In-differenza", "Il destino del folle", anche quelle registrate, ma non le abbiamo mai fatte uscire. Quindi avevamo in mano una serie di materiale, e le canzoni, sì, le proponevamo dal vivo, però non esisteva "Mente". "Mente" è poi arrivato, appunto, in occasione dei due appuntamenti "Rock'n'Code" e Music Village. E qua secondo me è stata la prima concretizzazione dell'arrivo di Simo, cioè il fatto di dire: "Facciamo un riassunto di tutto quello che siamo. Noi arriviamo al Rock'n'Code, arriviamo a Simeri e siamo... questo!"

Perché il free download?
ELIA: Ah, perché volevamo che più gente possibile ascoltasse il demo.
SIMONE: Subito abbiamo avuto tantissimi feedback di persone che l'hanno scaricato, non solo amici, ma anche stranieri che non ci conoscevano per nulla. Insomma, ci mettevamo a nudo "noi siamo questo, diteci voi cosa ne pensate, aiutateci". Era proprio la voglia di avere un qualcosa indietro e non erano solo commenti di bello e brutto, ma c'era specificato anche un perché. È quando ti viene data una motivazione che una critica è veramente utile.
Poi a volte, secondo me, c'è un po' la paura di non voler far critiche per invidia o altro però questa è una cosa che va superata, bisogna creare una sorta di collaborazione. Alla fine è una guerra tra poveri con gli altri gruppi quindi se c'è quel modo di aiutarsi del tipo "bello quell'effetto di chitarra, come l'hai fatto?" allora lì nasce uno scambio.
Boh, noi siamo delle spugne, abbiamo voglia di imparare.

In un'altra intervista avete annunciato di volervi presentare in modo alternativo, sono state elaborate delle idee? Come sarà il terzo album? Come saranno i Diverba?
DANIELE: Beh, sicuramente a differenza di "Mente", il terzo lavoro sarà più compatto...
ELIA: Sì, sarà più omogeneo anche perché è stato registrato tutto insieme e suonato quindi in una certa maniera e con un certo modo di pensare, anche se le canzoni sono diverse, ognuna con un proprio carattere.
DANIELE: Quello che vorremmo fare, in particolare sul palco dove si concretizza il tutto, è proprio un andare oltre la musica, appunto, come abbiamo già detto con collaborazioni... però, ecco, non posso dire di più sennò svelo tutto.
ELIA: Sì, ci saranno queste collaborazioni sul palco e parallelamente anche l'uscita dell'EP sarà fatta in modo alternativo. Tutto questo avrà inizio l'11 giugno al Nuvolari, data scelta per l'uscita del disco.
SIMONE: Non possiamo dire di più. Ma non perché vogliamo fare i misteriosi, anzi. È solo che dobbiamo ancora valutare un po' di cose ed è inutile anticipare qualcosa che poi magari non riusciamo a fare per questione di tempo.

Niente. E più di questo i Diverba non hanno potuto svelarci e anche se non si voleva creare mistero nell'attesa, ci sono riusciti lo stesso benissimo. Non resta che attendere l'11 giugno, giorno in cui si esibiranno al Nuvolari nella serata organizzata dall'associazione 33 giri con i Sound of Insanity.

SCENE TAGLIATE: estratto dall'intervista (esclusiva)

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