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 Intervista

Nella sala prove dei Paranormal Misteria

Vibrazioni moleste
a cura di Lorena Ramonda
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NOV 1 2007

Sette anni sono passati dalla nascita dei Paranormal Misteria, cinque giovani provenienti principalmente da Costigliole che sono nati per caso, quasi per gioco, tant'è vero che all'inizio erano solo tre.

Samu: A me e Gabriele si è aggiunto Maurizio. Sapevamo che suonava così gli abbiamo chiesto se voleva formare una band con noi. Lui si è subito dimostrato molto interessato e il giorno dopo eravamo già in sala prove.

I Paranormal Misteria hanno così iniziato a muovere i primi passi incominciando a suonare tra di loro cover che servivano ad amalgamare il gruppo fino alla decisione di identificarsi come metal band e lanciarsi sulla scena musicale cuneese con pezzi propri.

Samu: Dovevamo decidere i ruoli. Eravamo tutti chitarristi per cui è stato necessario scegliere il più bravo fra noi che è risultato Maurizio, io sono passato al basso e Gabriele alla batteria.

I tre provano insieme per un paio di mesi finché non si uniscono a loro un tastierista, Paolo, e un nuovo chitarrista, Checco, che ha dato un tocco di qualità al gruppo.

Samu: Suonava da dio e quindi siamo andati avanti un po' così. È stata la miglior formazione. Poi, come spesso accade, ci sono stati cambi di formazione. Il batterista ha mollato perchè non riusciva più a starci dietro ed è subentrato Steu che era già un nostro amico e al quale piaceva il metal. E poco dopo è stata la volta di Checco sostituito da un altro nostro amico, Töc. Ha una tecnica totalmente differente da Checco. È un chitarrista molto bravo e ha grinta.  Arrivando, però, da un passato più rock'n'roll (Les Enfants Terribles, Window Shop For Love) ha dovuto suonare parecchio con noi prima di ingranare. Con lui sul palco, ora, c'è più potenza, siamo più convinti.

Ed è così che ad oggi i Paranormal Misteria esistono: Maurizio Griglio, Samuele Peirano, Paolo Ferrigno, Stefano Perrone e Marco Bongiovanni.
Sabato scorso avete suona al Brixton, ad Alassio, com'è andata?

Samu: Ma.. bene. Il bello di Alassio è che la gente è calda e ti ascolta. Non come qua...

Inevitabile, a questo punto, una discussione sulla situazione della musica dal vivo in provincia.

Maurizio: Ci sono dei gruppi veramente validi, ma nessuno li caga. In provincia di Cuneo non è tanto il genere che fai il problema, ma bensì se i pezzi che fai sono tuoi originali. Il gruppo che riempie il locale qui è quello che fa cover. Non ci sono spazi per suonare.
Samu: Infatti noi facciamo pochi concerti proprio per questo: inutile andare a suonare una volta al mese in un locale dove di norma c'è la cover band perché tanto non ti cagano. Cioè, poi una volta all'anno mi sta anche bene, però, dal momento che ci spostiamo con strumenti e tutto quanto, farebbe piacere avere della gente che poi ti ascolta.
Maurizio: Sì, una cosa continuativa non funzionerebbe perché la gente va lì per bersi la sua birra, come facciamo anche noi dopotutto, e, amici a parte che son lì apposta per te, il gruppo che suona dal vivo nessuno lo vede. Non hai neanche bisogno di andar lì e dire 'Devo suonare bene' tanto i tuoi amici lo sanno che suoni bene.
Samu: Anche perché dietro ad un concerto c'è del lavoro per cui, se c'è gente che segue, mi esalto e suono anche fino alle 4 di mattina. Se ci son solo sempre le solite persone, che va bene che ci siano, ma che ormai ti conoscono, a te non frega di fare un'ottima figura perché magari sei stanco e vorresti andare a dormire.
Maurizio: Una scelta sarebbe quella di suonare sempre in posti diversi. A tal proposito, una cosa bella è Myspace (www.myspace.com) che ti permette di avere dei buoni contatti e la possibilità di arrivare a far ascoltare i propri pezzi a tutti, anche a chi magari di metal non capisce niente, ma scopre qualcosa che gli piace nella nostra musica.
Samu: Un concerto bello è stato il primo che abbiamo fatto a Fossano ,c’è stata gente che ascoltava, ma anche lì è stato più che altro perché era il primo. La cosa che più mi fa incazzare è che tu magari suoni 4 pezzi tuoi fighi e nessuno ti caga. Quando poi parti con la cover di Master of Puppet sono tutti lì a sentirti. A me dà fastidio.
Maurizio: Non facciamola più.
Samu: Potremo non farla più. Il punto è che noi facciamo una cover nel concerto perché ci piace suonarla. Punto.
Un’altra cosa che ho notato è che c’è anche tanta competizione tra le band. Cioè, del tipo, uno va a sentire un concerto di un’altra band e commenta: ‘Tanto io son più bravo’. Ma non è così che si fa! Io ad esempio non lo faccio..
Maurizio: Oèh!
Samu: Va beh, con loro sì. Sempre. OK, quand’ero adolescente lo facevo anch’io. Ma ora non più. Può esserci uno più bravo o meno bravo di me, ma va bene così.
Maurizio: Poi una band può piacere e non piacere, e a quel punto io posso anche dirglielo, però a mo' di critica costruttiva. Non capita di rado che con altre band ci scambiamo opinioni su quello che non va. Secondo me poi, alla fine, la bravura di una band sta nel dire: ‘Cazzo, ho sbagliato, ma tu non te ne sei accorto!’. Capisci cosa intendo?
Samu: Ci sono gruppi che sul palco la tirano facendo gesti esagerati, ma poi quando scendono e ci parli, sono persone molto alla buona. Noi, ad esempio, siamo così. Non facciamo gli snob.
Maurizio: Infatti. A mala pena sappiamo l'italiano.

Nonostante i cambi di formazione, avete mantenuto il nome Paranormal Misteria dal 2000, anno della vostra formazione. Come nasce?

Maurizio: Paranormal Mysteria era una canzone degli Hypocrisy soltanto che io sono talmente piciu che quando dovevo fare il logo ho dimenticato la Y.
Samu: Il logo ormai era fatto ed era anche carino, quindi non l’abbiamo più cambiato.

Per quanto riguarda, invece, i locali in cui suonate: quali sono, tra le cose che un locale può offrire, quello su cui ponete maggior attenzione?

Samu: Beh, sicuramente il palco. E poi i locali devono capire che noi non andiamo lì a pagare per suonare. I locali sono come i datori di lavoro.
Maurizio: Hai detto una cosa furba (meraviglia e stupore, ndr.). Sembrava una battuta, ma i locali posso proprio essere definiti come datori di lavoro. Loro ci devono pagare o quanto meno dare cena o quel che è. E questo a prescindere dal locale. Io voglio un trattamento decente sia da te che c’hai una bettola che da te che c’ha un locale fico, per intenderci.

Qualcuno vi ha già chiamato?

Samu: Sì, mia mamma: ‘Samueeeeeeeeeeeeele’

Ammetto di aver sbagliato a formulare la domanda. Ci riprovo.
Qualche locale vi ha già chiamato di spontanea volontà a suonare da loro o siete sempre voi a cercarli?

Maurizio: Sì, al Sound Factory di Torino nella nostra recente data, ad esempio, ci han chiamato loro. A Udine, dove suoneremo il 12 gennaio, ci han chiamato loro. Poi spesso sono gli altri gruppi che ci chiamano.

Altre date in programma oltre a quella di Udine?

Samu: Ora come ora non sappiamo dirti, anche perché le date le veniamo a sapere due giorni prima soltanto.
Maurizio: Loro. Ma non perché ce le dicono solo due giorni prima, ma perché io mi ricordo di dirle loro solo due giorni prima.

Voi ci andate ai concerti, invece?

Samu: No. Anche perché non mi piace andare a sentire i concerti.
Maurizio
: Io ci vado abbastanza, ma mai per sentire cover, anche se mi dicessero che sono bravissimi.

Il locale migliore dove avete suonato?

Töc (che nel frattempo c’ha raggiunto): Sicuramente il Ratatoj.
Maurizio: Per l’acustica, senz’altro il Ratatoj (Saluzzo). Come trattamento, però, il Moby Dick (Pogliola). Invece, come palco era stato bello al Dynasty: il palco è grande ed è tutto cablato.
Töc: Secondo me, comunque il migliore in zona è il Ratatoj.
Maurizio: Sì, ora come ora sì. Il palco è buono e poi la gente ti ascolta. Ecco. Il Ratatoj è uno dei pochi locali dove la gente va lì per ascoltarsi un concerto perché è abituata : se vuole sentirsi un concerto sa che va lì e si sente il concerto.
Töc: Poi pubblicizzano sempre bene.
Maurizio: Ormai è arrivato ad un punto che anche senza pubblicità la gente lì c’è sempre. Ecco, quello è un locale in cui ci va le persone intelligenti.
Töc: L’anno scorso ha fatto una stagione fichissima. Poi suonano solo gruppi che fanno musica propria.
Maurizio: Vero. Avevo sentito Jolanda e mi era piaciuta un casino. Il Ratatoj è un posto bello: bello come ambiente, bello come concerti. Lì sì che puoi dire che fanno musica a 360°

Così, dopo la pausa estiva, si riprenderà l'attività live nella quale verranno presentati anche i nuovi pezzi creati dalla band recentemente.

Pubblicata su "Il Buschese"
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