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Numero di uscita: 42 | mercoledì 9 gennaio 2013

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 Recensione

Neo Post Punk

Stickman - Mage//Stick

a cura di Maurizio Griglio

A distanza di un anno, il secondo disco dei MAGE//STICK
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Il genere che propone la band si pone tra il post rock ed il punk rock, variegati i richiami in questo senso a bands quali Muse e Green Day (in particolar modo per l’utilizzo della voce) e costruzione dei brani, con una strizzata d’occhi alle atmosfere pop/rock degli anni ‘80.
MAR 11 2012

Oggi ci occupiamo dei Mage//Stick alle prese con il loro secondo disco “Stickman”.
Il genere che propone la band si pone tra il post rock ed il punk rock, variegati i richiami in questo senso a bands quali Muse e Green Day (in particolar modo per l’utilizzo della voce) e costruzione dei brani, con una strizzata d’occhi alle atmosfere pop/rock degli anni ‘80.

Si parte con “How to say no”, l’interessante intro di basso lascia spazio velocemente alle chitarre, arrivando ad un  ritornello discretamente efficace. Segue “I Like sportive girls (this is a diary)”, brano che rispetta i più classici canoni del punk rock, sia come costruzione che come intenzione musicale. Si arriva, così, al terzo brano “Englishman in New York”, cover di Sting. Se fino a questo punto questi Mage//Stick non hanno stupito, ci riescono egregiamente. Il brano viene riarrangiato in maniera davvero efficace, restituendone freschezza e corpo. Una cover davvero riuscita.

Il quarto brano “Incomprensioni del terzo tipo” parte bene, un’intro a tratti oscura, a tratti paranoica, sfocia in un prosequo ska-punk che sostiene discretamente il cantato in linguamadre.

L’ultimo brano “Tornado ottuso”, non aggiunge nulla di nuovo a quanto già sperimentato nei precedenti brani, se non una ricerca maggiore nella composizione delle parti di chitarra. In questo brano sono fortissimi i richiami ai Muse, il che può essere un pregio, ma al contempo un grosso difetto.

Insomma questi Mage//Stick non stupiscono, o meglio forse lo fanno a tratti, troppo brevi per essere apprezzati appieno. Da notare che alcune parti non sono suonate nè cantate egregiamente, chitarre fuori tempo e piccole stonature qua e la non innalzano certo la qualità di questo Ep.

Le idee basilari sono buone, ma necessitano, secondo il sottoscritto, di un maggiore sviluppo ed originalità.


Da ascoltare: Englishman in New York (Sting cover)
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