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 Intervista

In esclusiva per Be-Urself, E.Z.R.A. Page ci rivela il perchè della scelta

Tra progetto ufficiale e Bedroom Recordings
a cura di Lorena Ramonda
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APR 9 2008

Un sogno ridimensionato, o forse semplicemente rivisitato e re-interpretato. Così E.Z.R.A. Page intende affrontare il futuro nel suo percorso artistico e musicale ricominciando dal 2008. Tutti i particolari e le novità che introdurrà nell'intervista che segue.

Un anno è passato dalla realizzazione del disco e a pochi giorni dalla pubblicazione di "Days to Swallow" non mancano le soprese: il gruppo decide di separarsi. Puoi essere più chiaro sui motivi che hanno spinto a questa scelta?
Prima di tutto è doveroso precisare che Days to Swallow è stato realizzato prima che mi unissi a The Mets, la band che mi accompagnato in questo anno di concerti, che si concluderanno con 2 ultime date: sabato 12 aprile al Ratatoj di Saluzzo e giovedì 8 maggio agli Ex-Lavatoi di Cuneo.
Dts (Days To Swallow, ndr.) è stato composto da me e prodotto da William Benedetti, con l’aiuto di altri musicisti in studio.
Con The Mets abbiamo condiviso il palco per una quarantina di concerti circa, suonando brani scritti da me e riarrangiati dalla band.
I motivi della nostra divisione sono esclusivamente artistici. The Mets è prima di tutto un gruppo rock, i nuovi brani che sto scrivendo sono decisamente minimali e cantautoriali, e quindi non si adattano al suono della band. Inoltre il gruppo ha recentemente esplicitato la sua necessità di scrivere nuovi brani, componendo come una “vera” band, tutti insieme in saletta. Io ho già suonato con altri gruppi in passato e ho avuto modo di sperimentare come questo metodo compositivo non faccia per me.
Per quanto mi riguarda scrivere è un qualcosa che faccio da solo.

Com'è allora per te la condizione migliore per scrivere e comporre? Hai un tuo metodo compositivo?
Non so se sia il caso di parlare di metodo, diciamo che solitamente mi muovo in questo modo:
raccolgo continuamente idee per testi e melodie, quando ne ho di interessanti comincio a mescolarle tra di loro. Questa parte del processo è molto istintiva, si basa su un’ispirazione fugace, momentanea che solitamente mi “regala” la struttura grezza del brano. A quel punto incomincia un processo diverso, che può essere molto lungo e durare anche anni: si tratta di un lavoro di smussamento, che mi porta a sperimentare soluzioni diverse a livello di testo e  melodia. Questo lavoro, “d’artigianato” è un qualcosa che porto avanti da sempre, con particolare dedizione, e per cui cerco di ritagliarmi un paio d’ ore ogni giorno, per il semplice fatto che adoro farlo.
Quando il brano mi soddisfa dal punto di vista compositivo, comincio a provarlo molto spesso e a modificarne l’interpretazione, quando ritengo che la canzone funzioni anche sotto questo aspetto, significa che è pronta per essere suonata live, o per essere inserita in un album.

Quindi ora continuerai da solo? E di "Days to Swallow" che ne sarà? Adesso che è uscito avrà bisogno di promozione. Come pensi di promuoverlo ora che la band non c'è più? E se il disco ottenesse attenzione, pensi di ricostituire il gruppo?
Days to Swallow esce in questi giorni su Cursed Music, l’etichetta di William Benedetti e sarà supportato promozionalmente in parte anche dalla Triciclo Eventi Indipendenti.
Tuttavia l’uscita italiana di Dts non è certo un obiettivo principale, essendo un album molto poco “italiano” sia per produzione che per composizione. L’obiettivo della produzione è quello di cedere l’album in licenza ad un’etichetta estera, in grado di promuovere degnamente l’album.
È un obiettivo molto ambizioso, ma che Benedetti ha già realizzato diverse volte in passato, con altri artisti del loro roster. La produzione sta lavorando in questa direzione da più di un anno, investendo tempo e denaro. Per ora due brani dell’album sono stati pubblicati negli Stati Uniti da due etichette americane, la Netshow e la Woobie Bear Music.
Come ti dicevo è ovvio che non si tratta di un obiettivo di facile realizzazione.

Parallelamente hai dunque lanciato questo nuovo progetto fatto di parole, confronto e versioni acustiche. Si tratta di un ritorno alle origini? Come mai la scelta di questo passo all'indietro verso un sound che ricorda molto quelli dei precedenti Gwen Gift?
Più che altro dovresti chiedermi perché Days to Swallow è un album così pop [ride].
La produzione dell’album  ha rappresentato per me l’occasione di collaborare, per più di 2 anni, con un  produttore come Benedetti, che in passato ha lavorato con i principali nomi della discografia pop rock italiana. Ho avuto modo di imparare una marea di cose e di mettere in luce il lato più pop delle mie canzoni.
Dall’estate 2007 sto scrivendo nuovi brani, molto molto minimali, influenzati da Cat Power, Damien Rice, e da cantautori più tradizionali, come Dylan, Cohen, De Andrè. Non ti saprei dire il perché, semplicemente è successo. In fondo è questo il suono che mi appartiene di più, è questa la musica che ascolto. Non credo sia questione di passi in avanti o passi indietro.
Days to Swallow è il risultato della collaborazione tra più persone, è più contaminato, Bedroom Recordings sono soltanto io e di conseguenza quello che senti è al 100% frutto delle mie scelte, senza mediazioni di alcun tipo. Non è detto che sia meglio o peggio, è solo diverso.

È vero dunque che farai uscire più dischi in acustico in formato non ufficiale per sfruttare tutti i testi da te scritti?
Sì. I nuovi brani come ti dicevo sono di quanto più strano abbia mai scritto.
Non saranno canzoni pop, non saranno canzoni strutturate classicamente. Si tratterà più che altro di... piccole canzoni naif,  miniature low fi, in cui il testo avrà un ruolo principale, almeno pari a quello della musica. Per questo motivo i testi saranno in italiano.
Tengo  a precisare che la mia personale via per la semplicità non è stata di semplice ottenimento. Ci sto lavorando assiduamente, non si tratta di una semplice sottrazione.
Non credo che l’album sarà pronto prima di fine 2008, inizio 2009. Nel frattempo è probabile che registrerò un nuovo EP, con reinterpretazioni di brani di Days to Swallow, sempre in chiave minimale.

È vero che stai mettendo anche su un studio di registrazione "casalingo"?
Sì, con l’aiuto di Pippi Leardi (fonico di Cucine Musicali n.d.r.) che mi sta insegnando moltissimo.
La tendenza attuale, nella registrazione di un album rock, è quella di lavorare per ottenere un suono più “grosso” possibile. Io per queste canzoni voglio il contrario.
Voglio un suono scarno e in un certo senso low fi, analogo ad album come Cover Records di Cat Power o “O” di Damien Rice.
Proprio per questo i brani saranno registrati chitarra e voce contemporaneamente, come in un live, per catturare un’interpretazione più autentica possibile.

Raccontaci di Bedroom Recordings: è stato registrato in una session live e distribuito gratuitamente. Il perché di questa scelta? Come cambia con Bedroom Recordings il tuo modo di porti con gli altri? Si insiste parecchio sul dialogo e sullo scambio di opinioni, vedo.
Bedroom Eecordings è un EP di 4 brani registrato come un live in studio, da Luca Testolin.
Su due brani ho suonato solo io, sugli atri due ho collaborato con Fabio Berardo, il chitarrista di The Mets.
L’obiettivo di Bedroom Recordings è quello di ottenere un ascolto di qualità.
Non  mi interessano i numeri, la quantità di persone che lo ascolteranno, ma mi interessa curare personalmente il dialogo con un ognuna di esse.
Questa politica mi ha portato ad ottenere un feedback numericamente piccolo, ma di grande importanza per me: ho centinaia di mail e messaggi privati sul mio pc, di utenti che hanno scaricato e ascoltato l’EP e, avendo letto il manifesto artistico presente su myspace.com/ezrapagebedroomrec, hanno deciso di stare al gioco e comunicarmi il loro parere, in modo molto dettagliato nella maggior parte dei casi.
Questo scambio per me rappresenta una soddisfazione enorme, la più grossa che abbia  mai ottenuto attraverso la mia musica.

Qual’è quindi lo scopo di un progetto che non prevede la vendita degli album che distribuisce?
E.z.r.a Page Bedroom Recordings ambisce a creare una piccola nicchia, una piccola audience di affezionati a cui regalare la mia nuova musica, in cambio di un parere su di essa. Lo scopo è quello di ottenere una comunicazione reale, vera, bilaterale, molto diversa da quella a cui ambisce la discografia tradizionale. Per farti  un idea più precisa ti consiglio di leggere il manifesto artistico presente su myspace.com/ezrapagebedroomrec. Lì sono esplicitare le mie idee in proposito idee che e rappresentano un momento di rottura con tutte le regole non scritte del music business, che cmq non mi permetto certo di disdegnare. È solo che dopo averne avuto un piccolo assaggio, mi sono reso conto di desiderare anche un qualcosa di differente per la mia musica.
Per certi versi è una politica affine a quella di Kirsten’s Postcard, net label che apprezzo moltissimo.

La tua esperienza tra sale prove, studi di registrazioni e palchi è abbastanza ampia ormai. Quali sono le tue prospettive per il futuro?
Il mio desiderio principale per il futuro è di natura artistica, è quello di centrare “la grande cosa”, vorrei fare qualcosa di davvero personale e in un certo senso definitivo, almeno per me.
Questo obiettivo non ha niente a che vedere con il successo, anzi credo che siano due cose in conflitto, almeno per certi versi.
Mi sono reso conto che, per cercare di ottenere questo traguardo, devo smettere di ragionare dal punto di vista di chi ascolta quando registro un album.

Intendi dire che sei stai cercando di liberarti di una serie di compromessi artistici?
Sì, ma non è che fino ad ora abbia fatto dischi con il solo scopo di piacere, tutt’altro, però fa un po’ parte del mio carattere ricercare il consenso... credo sia un’esigenza molto comune, molto umana.
Ora sto cercando  il coraggio di fare un album esattamente come c’è l’ho in mente, senza mediazioni commerciali di nessun tipo.
È molto facile liberarsi della mediazioni consce, ma è molto difficile liberarsi di quelli che chiamo i “compromessi inconsci.”
Per questo voglio produrmi i miei dischi da solo. Per questo voglio liberarmi della forma canzone, di una concezione hi fi di registrazione. Perché gli album che amo di più non sono fatti secondo questi criteri.
Per ora sono concentrato su questo, ma non è detto che in un futuro non ci sia spazio per un successore di Days to Swallow.
Una volta ho letto un’intervista di Cat Power in cui diceva: «mi piacciono i dischi che ho fatto fin ora, ma adesso vorrei cercare di azzeccare un album, che… mi spezzi il cuore».
Questa frase mi ha folgorato e mi ha fatto capire un sacco di cose.

Quali saranno i risvolti extra artistici di questa scelta? Quali saranno le tue vie di esposizione?
Dal 2004 ad oggi ho fatto due demo, un EP e un album con una produzione, in due anni di live ho suonato in più di 100 concerti. Tutto questo mi ha messo in contatto con un sacco di gruppi, promoter, agenzie. Diciamo pure che un’idea, di come girano le cose, seppur molto piccola l’ho potuta maturare.
Il problema della musica emergente, almeno in Italia, è che... la musica viene sempre per ultima.
I gruppi che girano di più nel mercato emergente sono quello che si sbattono di più dal punto di vista promozionale, scendendo in campo in prima persona. Il che, in un certo senso, è anche giusto. Anch’io mi sono mosso in questa direzione fino ad ora. Non sto criticando chi sceglie questa strada, anche perché si tratta di una scelta obbligata. Per quanto mi riguarda mi sono reso conto che, per me, occuparmi di arte e cercare di venderla è una grossa contraddizione, fare entrambe le cose bene contemporaneamente mi riesce impossibile.
Una divora l’altra, almeno nel mio caso.
Io ho scelto l’arte, consapevole del fatto che , non avendo un nome, questo mi farà, molto probabilmente, scomparire dal “giro” della musica ufficiale. Se così sarà vorrà dire che farò il busker, il musicista di strada. Comunque vadano le cose, mi piacerebbe continuare a distribuire gratuitamente i miei prossimi album, in conformità al manifesto artistico di Bedroom Recordings.
In tutta onestà, questa è la prospettiva più rosea a cui riesco a pensare.

Il nostro augurio è sempre quello di essere sé stessi. Fino in fondo. Qualunque cosa ciò comporti.

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