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Recensione
Da sud a nord, da nord a sud
Per chi tace - Diverba
a cura di Marco Dalla Stella
Un viaggio intimo e personale in un insolito split tra Piemonte, Campania e paesaggi baltici
Mi sono sempre chiesto quale fosse il senso del produrre un album "split", al di fuori del conseguente dimezzamento dei costi (che, di questi tempi, sembra una ragione più che valida). Spesso il risultato finale non è altro che il discutibile accoppiamento di due ep, dove nella migliore delle ipotesi una delle band ha qualcosa da dire mentre l'altra svolge il ruolo del riempitivo.
Fortunatamente non è questo il caso in questione, dato che il lavoro diviso tra Bastian Contrario e Diverba si discosta notevolmente dai miei pregiudizi.
Innanzitutto quest' album è, a tutti gli effetti, un doppio LP. Quindi non quattro o cinque canzoni striminzite a testa, bensì nove per i Bastian Contrario e ben dodici per i Diverba. Di conseguenza lo split è più simile ad un vero e proprio doppio album, praticamente un 2x1 dove ognuno dei quali brilla di luce propria. In secondo luogo, a differenza dei soliti split che affiancano band più o meno simili (quando non fastidiosamente uguali) i due gruppi in questione interpretano il rock in due maniere molto diverse. I Bastian Contrario (two-man band campana) si producono in un personale folk-rock contaminato che è l'esplosione delle singole creatività e dell'apertura nei confronti di sonorità e sperimentazioni di vario genere. Mi dicono che nella lavorazione dei pezzi di Due il contrario di uno (così s'intitola il loro contributo allo split) ha influito molto un viaggio che i due hanno fatto verso Capo Nord e, devo dire, il risultato finale ben si presterebbe ad un ascolto intimo osservando il sole di mezzanotte che rotola all'orizzonte. Atmosfere ovattate, sospese, create con delicata cura al dettaglio abitano questo disco che si fa ascoltare dall'inizio alla fine senza mai stancare. Il rock dei piemontesi Diverba è invece forse più canonico, configurandosi come un innesto di suoni elettronici e influenze alternative in un impianto derivato del miglior rock italiano (Tiromancino, Verdena, Marlene Kuntz). Il risultato di Per Chi Tace è un disco sicuramente maturo, frutto di una lunga gavetta che ha dotato la band di ottime capacità componitive, tanto da avere tutte le carte in regola per emergere nel mercato italiano e farsi spazio nel fanbase delle band sopracitate. Forse l'unica critica che si può muovere è la scelta di inserire dodici pezzi, che a parere di chi scrive, finiscono con lo stancare un po'. Una maggior "economicità" avrebbe reso più snello e immediato un disco che si ritaglia un po' più spazio del dovuto in quello che, in fin dei conti, sempre di split si tratta.
Finito l'ascolto di questo primo split della al-kemi, factory di una vecchia conoscenza del rock italiano (Gianni Maroccolo, ex Litfiba, CCCP, CSI e Marlene Kuntz), la sensazione è sicuramente quella di aver ascoltato un gran bel disco. Le due band a loro modo così diverse si inseguono, si cercano e si ammiccano, lasciando trasparire una certa condivisa malinconia che pure trova maniere di esprimersi così diverse. Due diverse strade per giungere alla stessa, sorprendente meta.
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