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Numero di uscita: 42 | mercoledì 9 gennaio 2013

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 Recensione

Un disco a 5 stelle

Drugstore Hell - 5 Star Grave
  • 4,5/5 stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5

a cura di Simone Garro

Il nuovo lavoro “Drugstore Hell” consacra i 5 Star Grave come una delle più belle realtà “Made in Cuneo”
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Il nuovo lavoro “Drugstore Hell” consacra i 5 Star Grave come una delle più belle realtà “Made in Cuneo”, complice una produzione di alto livello e un contratto con una grande etichetta specialista nel genere.
LUG 2 2012

A circa un anno di distanza dai primi video promozionali pubblicati dalla band, finalmente vede la luce l'ultima fatica musicale dei nostrani 5 Star Grave, disco dal controverso titolo “Drugstore Hell”. Pubblicato a maggio 2012 sotto l'etichetta tedesca Massacre Records (che ha pubblicato tra gli altri artisti del calibro di King Diamond e dei Theatre Of Tragedy) il disco, composto di 11 brani dal forte carattere Heavy Metal, segna una svolta nella carriera musicale della band cuneese.
Già dalla grafica del CD, accattivante e di forte impatto, si può notare la cura e l'attenzione profuse nella realizzazione del prodotto.
La prima traccia, dal titolo “Terminal Bedroom”, non lascia dubbi su ciò che ci apprestiamo ad ascoltare. Atmosfere sintetiche e riff veloci e taglienti sono sapientemente miscelati e accompagnati da una sezione ritmica studiata con intelligenza, efficace nei frequenti cambi di ritmo a sottolineare la potenza delle chitarre. Il disco prosegue con la violentissima “Death Put A Smile On My Face”, pezzo veloce dall'accentuato sapore nordico, quindi con “Love Affair With The Beast”, dal retrogusto Heavy decisamente più classico in virtù delle graffianti chitarre ritmiche.
La quarta traccia, dal titolo “Daddy”, strizza l'occhio ad un rock decisamente melodico, grazie anche ad Anna Petracca, cantante dei Last 40 Days, che presta la sua voce nel ritornello, in un particolare ma efficace duetto con Claudio Ravinale.
Dopo l'orecchiabile melodia di ”Daddy” a sorpresa arriva il brano che non ti aspetti, “Death Times Eleven”, miscela esplosiva di suoni Heavy Metal e riff nella migliore tradizione Punk Rock. Superato lo smarrimento per il repentino cambio di stile il pezzo risulta godibile e divertente, e tutto sommato in linea con lo spirito schietto del disco.
Segue “No Devil Lived On”, dove torna prepotentemente in primo piano il synth, dando vita ad un pezzo dalle atmosfere inquietanti e dalle dinamiche accentuate e funzionali (bella la scelta di lasciare la strofa libera dalle chitarre, dando spazio al synth e alla profondità ruvida del basso, per poi risalire con energia sul ritornello).
Con “Dead Girls Don't Say No” tornano protagonisti in grande stile i riff veloci, in un pezzo Rock'n Roll che sembra scritto su misura per quel pubblico volenteroso che non aspetta altro per scatenare il pogo violento. La natura “live” del pezzo è confermata anche dal coro che invade l'ultima parte del brano.
L'ottava traccia, dal titolo “Boy A” si differenzia dalle precedenti per un vago richiamo allo stile dei tedeschi Rammstein nelle strofe, mentre “If” (niente a che vedere col famoso brano dei Pink Floyd) è un ritorno alla carica delle aggressive ritmiche Heavy Metal, bello ma senza nessun segno particolare.
When The Lights Go Out” spicca invece tra gli altri brani per il ritornello molto melodico e orecchiabile, uno dei più belli ed incisivi di tutto il disco.
Conclude il tutto “Lemmings” degno finale in stile In Flames che forse più di tutti gli altri è il brano che ricorda alcuni vecchi lavori dei 5 Star Grave.

In conclusione lo spirito Heavy che pervade tutto il disco rende il prodotto piacevole e divertente già dal primo ascolto, con poche oculate concessioni ad elaborate trame ritmiche e melodiche, per lasciare spazio a riff efficaci e trascinanti, messi in risalto da una produzione di alta qualità e un mixaggio sapiente, il tutto arricchito da una serie di citazioni e richiami più o meno evidenti a gruppi storici che probabilmente hanno ispirato tratti importanti dei vari brani. Unica piccola pecca la ripetitività di alcuni brani, ma questo è un problema che si porta dietro il genere stesso, e vista la qualità dei pezzi in fondo a chi importa se in qualche punto si avverte un leggero senso di deja vu?


Da ascoltare: Terminal Bedroom
suonare a cuneo?
AmenesAmenes
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