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Numero di uscita: 42 | mercoledì 9 gennaio 2013

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 Recensione

Travolto dalla tempesta

Tempesta di emozioni - Marco Palermo

a cura di Simone Garro e Andrea Vigna

Doppio parere per il disco d'esordio di Marco Palermo
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OTT 1 2012

Presentazione (a cura di S. Garro):
Esordio solista per Marco Palermo, virtuoso pianista genovese trapiantato a Cuneo (più precisamente a Lurisia) ormai da molti anni. Tipica formazione classica, studia pianoforte al conservatorio Nicolò Paganini di Genova a cavallo tra gli anni ottanta e novanta. A partire dal duemila suona come tastierista in alcune coverband tra cui Raptus e Ablaze Angels, e dal 2008 entra a far parte dei Lacrima Obscura, prima vera esperienza di composizioni proprie al di fuori delle mura domestiche.
Ma per un pianista classico si sa, il lavoro di tastierista in una band è spesso sinonimo di limitazione, costrizione dell'estro e delle proprie capacità. Abbandonato il capitolo gruppi, Marco si dedica quindi alla realizzazione di un sogno, un album solista dove poter esibire finalmente tutte le sue qualità: l'elevata abilità tecnica, lo spiccato senso armonico, la straripante vena creativa; libero da imposizioni e regole comincia a raccogliere brani e opere incompiute lasciate da parte, senza smettere di comporre nuovi lavori. La collaborazione con le cantanti Stefania Spagna e Raffaella Ziglioli spinge Marco ad inserire nel disco in lavorazione anche alcuni brani cantati, allo scopo di dare varietà al disco.
Il risultato è "Tempesta di emozioni", ventidue brani, sedici strumentali e sei cantati, per un totale di un'ora e due minuti di musica, tra ballate romantiche e ricercati virtuosismi.

L'articolo si compone di due recensioni distinte, scritte in contemporanea e in autonomia, esperimento volto ad offrire una visione più oggettiva ai lettori e all'artista.

Le opinioni:
 
Prima parte: recensione a cura di Simone Garro
Nella stesura della sua opera Marco Palermo riesce a coniugare con successo armonia e qualità, creando un disco dalle forti tinte classiche, per melodie, dinamiche e intensità, ricco di momenti intimi, ma anche di articolate e vivaci gesta tecniche.
I brani strumentali sono a mio parere la parte migliore dell'album. Alcuni sono delle piccole perle, per espressività e cura dei dettagli. L'alternanza tra brani vivaci e romantiche ballate è ben equilibrata e il disco scorre piacevolmente per buona parte della sua durata. Rispetto ai pianisti contemporanei più in voga (quali Ludovico Einaudi, Giovanni Allevi o Ryuichi Sakamoto) la componente classica nelle creazioni di Palermo è molto più radicata; nella sicurezza di questo elemento per lui naturale, Marco si muove disinvolto, affidando al suo istinto il destino dei vari brani; grazie a questa perfetta empatia con il genere scelto, le musiche scorrono fluide ed intense.
Tuttavia, tra le molte note positive l'impressione è che la preparazione di questo prodotto sia stata condizionata in modo negativo dal desiderio di comprendere nel disco quanti più brani possibile, in una esibizione orgogliosa (sotto alcuni aspetti in modo giustificato) di quelle che sono le grandi capacità dell'autore. Alcune tracce risentono di un calo di intensità sia nello sviluppo delle trame melodiche che nella ricerca di soluzioni efficaci e originali. La qualità dei brani è discontinua e a pezzi eccellenti si alternano tracce che per arrangiamento e sviluppo non raggiungono il risultato desiderato, quasi come se all'istinto musicale di Marco venisse a volte sostituita una sorta di "memoria manuale", che conduce i brani ad uno sviluppo più meccanico che emotivo.
Si aggiunga a questo una piccola serie di imprecisioni esecutive più o meno evidenti, cosa quasi incredibile per chi conosce la grande capacità esecutiva di Marco. Tutto fa pensare che il grande volume di musica da gestire non abbia permesso all'artista di dedicare la giusta concentrazione a tutti i brani.

Da discutere separatamente i pezzi cantati. Le due canzoni eseguite da  Raffaella Ziglioli sono quelle che meglio si adattano allo spirito classico del disco grazie alla personalità forte della voce e all'affiatamento tra i due musicisti. Molto apprezzabile in particolare "Lotus blossom", soprattutto per il coinvolgente ritornello, dove Raffaella offre una splendida ed emozionante interpretazione.
Al contrario, le tracce cantate da Stefania Spagna faticano ad inserirsi nell'ambientazione dell'insieme e la cantante non sembra mai completamente a suo agio. I tre brani in italiano, in cui Stefania è anche autrice del testo, poco si intonano al resto del disco, in quanto ricordano per parole, timbro vocale e melodia, i monologhi cantati delle eroine Disney (per chi lo ritenesse un insulto a prescindere è bene ricordare che tra i vari collaboratori alle colonne sonore della famosa azienda americana figurano artisti del calibro di Tim Rice e Phil Collins).
L'unico brano in inglese cantato da Stefania è una rivisitazione del pezzo "The true story of the dragon of Lochness", dove, oltre a qualche difetto di pronuncia, Stefania inciampa in un brutto errore, sbagliando il finale del testo (il migliore del disco, opera di A. Franco) cambiando l'ultima frase e lasciandola sospesa a metà, sintomo di una carenza evidente nella comprensione del testo stesso; colpa condivisa alla pari con Marco che, oltre a conoscere molto bene il pezzo, avrebbe dovuto supervisionare il disco sotto tutti gli aspetti.

Per finire la produzione è di buon livello, il suono del pianoforte è intenso e limpido; solo in qualche occasione si sentono alcuni difetti di mixaggio con la voce (in certi punti troppo alta di volume rispetto al ruolo che ricopre nel pezzo) o una leggera saturazione delle frequenze basse in passaggi imponenti e ricchi di note.

Alla resa dei conti l'album di debutto di Marco Palermo è senz'altro un disco piacevole, composto e suonato con perizia ed intelligenza, e per buona parte emozionante. Nell'abbondanza sta forse il difetto vero del disco. Un sacrificio consapevole di alcune tracce avrebbe probabilmente concesso più tempo per curare e correggere piccoli difetti e sbavature, oltre a dare a tutto l'insieme una forma  più godibile e coerente. In particolare i brani in italiano, inclusi nel disco nel tentativo di espandere il potenziale pubblico a cui l'album è rivolto, hanno invece l'effetto di spezzare la magia, e la mia opinione è che sarebbero più efficaci se inseriti in un altro contesto. Il disco vale comunque l'ascolto, non fosse altro che per la presenza di alcune valide composizioni come "Il film di una vita", "Mondi lontani" e "Terremoto di emozioni".
La speranza è che, nel prossimo lavoro, Marco Palermo possa applicare alla cura dell'insieme lo stesso premuroso affetto e la stessa concentrazione che ha dedicato alle sue creature più riuscite. Magari con un po' di freschezza in più.

Seconda parte: recensione a cura di Andrea Vigna

Ho conosciuto Marco Palermo ad un concerto dei Lacrima Obscura, band in cui ha preso parte qualche anno fa.
Visibilmente imprigionato dalle esigenze di una band dark-gothic rock sono riuscito comunque a notare una buona preparazione tecnica.
Concluso il capitolo rock band, mi sono ritrovato tra le mani un suo cd solista "Tempesta di emozioni", ed ammetto che ero molto curioso di ascoltare il musicista nel suo ambito; ambito nel quale può finalmente dare sfogo alle sue capacità.
L'artwork è piuttosto curato nella stampa e nella scelta delle immagini.
Generalmente le mie prime sensazioni sono piuttosto dissimili rispetto a quello che scriverò in una recensione dopo alcuni attenti ascolti. Un disco va sempre assaporato, capito e qualche volta riscoperto. Ma questa come si dice è l'eccezione che conferma la regola.
Esaminando le composizioni non si può fare a meno di notare una mancanza di omogeneità.
Gli stili sono piuttosto differenti e molti brani sembrano iniseriti a forza senza però essere portati a termine; evidentemente le idee erano molteplici, ma forse suddividere il lavoro in due differenti cd avrebbe agevolato l'ascoltatore evitando di creare la sensazione di discontinuità.
Inoltre la scelta si sarebbe rivelata saggia per evitare il sovraccarico: ventidue brani per poco più di un'ora di musica sono troppi a mio giudizio!
Non mancano comunque gli episodi piacevoli.
Terremoto di emozioni promette bene fin dalle prime note e trovo particolarmente azzeccato il titolo della composizione dai toni decisamente drammatici.
Il film di una vita e Mondi lontani tra le composizioni migliori del disco, si muovono su territori ben noti ai più recenti Giovanni Allevi e Ludovico Einaudi.
Meno interessanti i vari episodi barocchi e neoclassici che evidenziano molto bene il percorso di studi intrapreso anni or sono dall'autore.
Sei i brani cantati: le due composizioni interpretate da Raffaella Ziglioliri sentono molto dell'esperienza di Marco nella band Lacrima Obscura e trovano la loro dimensione tra le tracce di carattere più moderno. Particolarmente interessante Lotus Blossom, delicata ballad dalle tonalità cupe e malinconiche.
Le canzoni (intese nella classica forma canzone) che vedono alla voce Stefania Spagna portano nuovamente il disco verso una dimensione diversa, addirittura a sé stante.
Melodie semplici, voce molto legata agli schemi classici della melodia di facili sentimentalismi, accompagnano testi che si incastrano perfettamente con l'intenzione dei brani, ma non con quella del disco. Unica eccezione The true story of the dragon of Lochness che porta la firma di Alberto Franco, apprezzato autore di testi anche per bands e artisti solisti.
In conclusione l'esordio discografico di Marco Palermo mi lascia un po' con l'amaro in bocca; perchè conferma l'indiscutibile capacità tecnica, ma non può fare a meno di evidenziare alcune pecche nel campo della composizione.
Il risultato è un lavoro che mette in luce un autore con le idee poco chiare sulla direzione da prendere
Indubbiamente la voglia di comunicare è tanta, ma forse riuscire a suddividere e classificare i propri lavori può essere d'aiuto, altrimenti si rischia di non essere capiti del tutto.


Da ascoltare: Terremoto di emozioni, Mondi lontani, Il film di una vita, Lotus blossom
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