newsletter
Servizio
Marlene a Sanremo? Perché?
Perché un gruppo ad un certo punto della sua carriera decide di andare a Sanremo?
a cura di Lorena RamondaMarlene Kuntz mai a Sanremo. Marlene forse a Sanremo. Marlene a Sanremo. Marlene non più a Sanremo. Ci dobbiamo stupire? Chiaramente no.
Per anni si schierano dalla parte del non-ci-andremo-mai, poi decidono di andarci con nobili intenzioni, e poi ad eliminazione (sosterrei quasi OVVIA) hanno già belle pronta la risposta ma-d'altronde-sanremo-non-ci-capisce-niente-di-musica.
L’eliminazione dei Marlene Kuntz, ieri sera, davanti a quella pletora di matusa cresciuti a pane e Al Bano, semmai ce ne fosse bisogno ci ricorda che – in casa nostra – l’ignoranza in termini musicali regna sovrana. Inutile anche solo abbozzare ipotesi di risanamento, questa è la realtà. L’Italia molto banalmente è un paese per vecchi e quindi ben venga l’esclusione! La gara a prescindere non interessa, i Marlene a conti fatti “non sono” San Remo e nemmeno noi.
Quello che mi chiedo io è perché? Perché un gruppo ad un certo punto della sua carriera decide di andare a Sanremo? Oltre che inutile credo che sia anche controproducente.
Si riesce davvero ad allargare il bacino di utenza così? Ma pensiamoci bene, Sanremo è popolata da ascoltatori pop (no, dai! Davvero??), i Marlene sono pop? Io stessa credo nel rivoluzionare le cose, nell'uscire dai canoni e sperimentare cose nuove. Portare del sano rock a Sanremo lo sarebbe, pensa del reggae, pensa del metal! Ma, tralasciando il fatto che fatico persino a pensarlo, è una cosa possibile? Forse si sono fatti addirittura dei tentativi sul rock, gli autori lo sostengono "quest'anno sarà diverso".
Sì, certo.
Ha funzionato? No.
Ma, credo, che sia un po' come se un locale di musica alternativa, popolata da gente sui generis, si sforzi ad offrire servizi che interessino una più larga gamma di gente, anche in contrasto con la clientela abituale. Utenza che, quasi sicuramente, sentendo violato un posto esclusivo ad essa dedicato smetterà di frequentarlo.
Siamo sicuri che siano questi gli obiettivi che si vogliono raggiungere? Perché noi ci vogliamo bene ai gruppi che ci provano, ma ogni decisione va fatta con cognizione di causa e dovrebbe avere come fine la massima qualità.
"Ad ogni rinuncia corrisponde una contropartita". Preso atto di ciò, poi ogni scelta è rispettabile, non condivisibile, ma rispettabile.