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 Intervista

Rock viscerale: ritorno alla sincerità

The Mets, nuova identità dopo la separazione da E.Z.R.A. Page
a cura di Lorena Ramonda
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MAG 24 2008

Dopo aver sentito la posizione di E.Z.R.A. Page rispetto al distacco dalla band, da bravi giudici, ci pare giusto passare ora la parola anche ai The Mets per non fornire, come accade in Italia, un'informazione unilaterale.
I tre giovini ci raccontano il passato e i progetti per il loro futuro, un futuro rock.

E così, dopo un anno ognuno per la sua strada. E.Z.R.A. Page giustifica questa separazione consensuale a causa di una diversificazione di generi che è diventata man mano più marcata. Qual'è il vostro punto di vista?
EBIO: Abbiamo deciso di proseguire strade diverse perché ci siamo resi conto che a livello musicale non riuscivamo a far combaciare le due entità, soprattutto nella composizione dei pezzi nuovi. Finché c'è stata l'opportunità di riarrangiare i pezzi scritti da lui siamo riusciti a lavorare ottenendo anche proficui risultati, invece nel momento di strutturare pezzi nuovi ci sono state difficoltà.
TEX: Dopo 10 anni passati tra vari progetti underground sperimentando diversi modi di lavorare, siamo entrati in questo progetto accettando il compromesso di accompagnare e suonare con un artista, a dispetto del genere, che aveva intrapreso un percorso serio, sicuri che ciò ci avrebbe portato ad allargare le nostre conoscenze ed esperienza sul campo. È stato, insomma, affrontato il tutto in vista di possibilità di crescita, di prospettive future e contemplando la possibilità di lavorare in modo più professionale, puntando, prima che sul piacere, sul prodotto che può funzionare.
Col tempo ci siamo resi conto che solo questo non basta. Ciò che abbiamo sentito mancare era il fatto di fare veramente una cosa che si vede che la fai perché ti piace, sia sul palco che quando la registri. Ed è quindi un po' questo che ha spinto al distacco.

Un distacco che quindi prevede una re-invenzione del gruppo o forse solo una ri-sistemazione. Cosa ne sarà dei The Mets?
TEX: Ora ci piacerebbe fare una cosa, a dispetto delle più alte aspirazioni, che faccia piacere ascoltare, in macchina, a casa...
Al punto in cui siamo, non si tratta più di fare un gruppo tanto per fare a livello amatoriale, ma bensì di lavorare con degli obiettivi ben precisi da raggiungere. Tanto, una volta acquisito il metodo di lavoro professionale, non lo perdi più. Chiunque passi da un livello amatoriale ad un professionale, non torna più indietro perché ormai si è abituato a lavorare in modo metodico, serio, quando fai le cose le fai bene. Insomma, ne abbiamo parlato io, Ebio e Marco e siamo d'accordo sul fatto che non riusciremo più a fare un gruppo tanto per fare, vogliamo realizzare una cosa fica perché ci crediamo e cerchiamo di ottenere gli stessi risultati pur con tutte le limitazioni del caso, primo fra tutti il budget di cui disponiamo. Puntiamo sulla qualità insomma.

Come intendete lavorare, dunque, ora?
TEX: Stiamo cercando di incastrare più cose, come la ricerca di un cantante fisso piuttosto che fare delle collaborazioni con più cantanti, e poi ora stiamo cercando di creare una collaborazione con Zano (indica Zano, ovvero Cristiano Della Bella, ndr.).
Per fare le cose curate bene in tutti i campi non ti puoi improvvisare, cioè... puoi anche improvvisarti a fare una cosa che non sei abituato a fare, però la qualità sarà ovviamente più bassa. Tornando a noi, a fare arrangiamenti e a fare composizioni non abbiamo problemi, lo facciamo da una vita, poi noi tre abbiamo avuto da subito il feeling giusto. Però, per quanto riguarda lo scrivere un testo non abbiamo tutta questa esperienza ed è qui che entra in ballo Zano con cui abbiamo parlato del progetto e che si è interessato alla cosa.
ZANO: Io sono Cristiano, ho iniziato a 20 anni a suonare poi ho smesso una decina di anni fa e ho iniziato a scrivere narrativa, ho pubblicato anche qualche racconto etc.. e ho sempre continuato a scrivere pezzi. Mi sarebbe piaciuto creare un gruppo però non ho mai trovato gente che, come dice lui, volesse lavorare in modo serio e perciò, niente. Poi, però, lui mi ha parlato di questo divorzio con E.Z.R.A. e abbiamo deciso di provare questa cosa: lui mi ha passato le registrazioni e io provo a scriverci sopra dei testi. In italiano.
Per un gruppo emergente in particolar modo, è molto importante che arrivi un messaggio al pubblico che si possa ricordare visto che non sempre le attrezzature live sono adeguate e a volte per far questo basta una frase che resti in mente e questa è la capacità che ho e che sfrutto per i testi. Io cerco di dare a loro questo sperando che trovino un cantante alla loro altezza anche se,

secondo me, ci vogliono una serie di persone intorno al gruppo che sappiano fare bene il loro lavoro, un manager etc... non esiste la storia dell'artista che parte da solo e va.. è una bella leggenda metropolitana, ma alla fine lascia il tempo che trova.


Via libera, quindi, a nuove idee. Anche il genere musicale ne subirà le conseguenze? Dove andrete a parare? Rock? Blues?
EBIO: Vogliamo fare la musica che ci viene da fare. Abbiamo tre diversi tipi di influenza alle spalle, tre diversi modi di suonare e quindi riusciamo a spaziare su più generi, ma diciamo che l'ambito in generale rimane il rock sicuramente però con venature che possono andare dal blues al funky, al grunge.
ZANO: Diciamo che da Elvis in poi è tutto rock.
[risata]
EBIO: Ecco appunto. La mia idea di rock ha delle sue caratteristiche base, forse più morali che musicali, che poi vengono rielaborati secondo quelli che sono definiti i generi, però ci deve essere un fondo, una morale importante che non si deve perdere perché la musica poi ne risente, ne risente il prodotto, ne risente il testo.

E quindi, qual'è che sarebbe la morale, secondo te?
ZANO: La morale del rock è la sincerità...
EBIO: Sì, la purezza, l'energia...
ZANO: ... nonostante sia stato snaturato negli ultimi anni dal commercial business, però alla fine è la sincerità.

Uhm, quindi rock allo stato puro, una cosa chiara, pulita...
TEX: Sì, proprio più sincera... Per farti capire la dinamica, dobbiamo farti capire come stiamo lavorando adesso. Noi ci siamo trovati al punto di dire cosa facciamo, cosa non facciamo, continuiamo o no. L'esigenza di comporre e di fare qualcosa è alta in tutti e tre, ognuno col suo linguaggio, perché anche la batteria, per quanto molti credano che non comunica, in realtà lo fa anche lei. Il bello è che dopo 10 anni che suoni ora è possibile finalmente riconoscere la persona che ha fatto il pezzo, identificare la personalità di noi tre in ogni brano, cosa che prima era sempre molto difficile capire. Siamo arrivati ad una situazione di incastri, sia di ritmica che di melodia, mischiando il tutto e creando il pezzo finito senza il compromesso "però avrei voluto farlo così ed è saltato fuori cosà", ma bensì "cazzo, era proprio quello che volevo" ed è una cosa importante perché non è così scontato per un gruppo dire "mi sta piacendo veramente quel che sto facendo", in tutti i settori, batteria, basso, chitarra. Poi va beh.. adesso la voce è ancora da mettere a posto. Eravamo partiti con una simil-idea di fare di The Mets un marchio dove noi facciamo tutto e poi in base al timbro che ci interessa chiamiamo il tizio che vogliamo. La cosa è fattibile a livello di disco, forse più creativo che fare tutti i pezzi con una persona fissa, il problema però è dal vivo. Non possiamo chiamare dieci cantanti e d'altro canto noi senza fare live schiumiamo.
EBIO: Con questo non vuol dire che abbandoniamo il discorso, lo si può considerare per un eventuale disco, almeno in parte.
TEX: Sì, o fare duetti, o far fare parti a tizio con il cantante. Ovviamente bisogna poi trovare un cantante che abbia la mentalità aperta per capire che non stiamo dicendo "tu non sei in grado di farlo", ma semplicemente che vogliamo aggiungere qualcosa in più. È importante per questo trovare un cantante che si integri nel discorso globale di vedute più larghe, anche per il discorso di testi scritti da Zano.
ZANO: Sì, sicuramente il cantante che verrà si mette più in gioco di me senz'altro. Poi, io provo a scrivere i testi per loro, ciò non toglie che se loro riescono a produrre qualcosa di meglio, ben venga. Io sono convinto che il meglio deve uscire. Comunque.
TEX: È una collaborazione. Questa è la concezione di come stiamo lavorando adesso, cioè non ci facciamo problemi di togliere una parte di basso piuttosto che di chitarra se non c'entra con quello che sta facendo l'altro. Si cambiano le cose in funzione del risultato migliore.

Quindi mi pare di capire che la vostra attenzione e cura sarà puntata in ugual modo sul testo e sulla musica per generare il messaggio finale, piuttosto che far risaltare uno o l'altro.

EBIO: Sì, l'obiettivo finale è quello. Sicuramente.
TEX: Comunicare su entrambi i lati.
EBIO: Noi vogliamo proprio concentrarci sulla musica. È la musica che deve avere il potere. Noi siamo degli strumenti. Come direbbe il grande Davide Balangero,
noi usiamo degli strumenti, ma in realtà siamo noi gli strumenti della musica stessa quindi la canzone deve fluire, non ci possono essere confini se non quelli dettati dal fine stesso della composizione musicale e della realizzazione finale della canzone.


I testi saranno sia in italiano che in inglese.
TEX: Sì, direi di sì. Ponendo sempre come obiettivo quello di comunicare una cosa al meglio si sceglierà in quale lingua è meglio dirlo.
EBIO: La musica deve riuscire a sottolineare il pezzo e viceversa.
TEX: Si tratta di una scommesa in fondo. Stiamo cercando di metterci in gioco in modo più sincero possibile, quindi più rock. So che può sembrare un discorso un po' utopico, però alla fine quello che conta è fare una cosa che ci convince.
ZANO: L'obiettivo non è quello di sfondare, ma di fare una cosa di cui esserne fieri e oggi non è facile perché da un lato la musica, secondo me, non esiste più, è soltato più show business, dall'altro però c'è già tutto, tutti hanno già fatto tutto quindi l'idea è proprio quella di ritornare alla sincerità del rock.

Concludo col chiedervi: cosa vi ha lasciato e cosa avete imparato dall'esperienza con E.Z.R.A. Page che è comunque stato fin da subito un progetto che ha lavorato in modo più professionale rispetto ad una band emergente qualunque.
EBIO: Beh, abbiamo avuto modo di fare più date rispetto ai gruppi locali, a dispetto della qualità dei locali, che ci ha quindi permesso di darci quella visibilità che non guasta, ci siamo conosciuti lì come gruppo, abbiamo imparato anche musicalmente delle cose che prima non avevamo avuto la possibilità di fare, io personalmente ho imparato un sacco a livello musicale e di arrangiamenti. Abbiamo avuto modo di testare con mano durante la mini tournée, come può essere scazzante o divertente, a seconda dei momenti, gestire il lato più sociale del gruppo.
TEX: Sì, anche perché gestire sei o sette date al mese è pesante però alla fine diventa una droga perché quando non suoni non sai che cazzo fare. Sono esperienze queste che ti fanno capire quanto sia importante dopo 10 anni che suoni, che cerchi di studiare, cerchi di crescere, fai sacrifici per quello, investi la maggior parte dei tuoi soldi per quello diventa una necessità che togliertela è una puttanata. A qualunque livello tu lo faccia.

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